La vedova Van Gogh - Camilo Sánchez

Per la prima volta la storia dell'imperituro e tormentato pittore Vincent Van Gogh viene narrata da un inedito punto di vista: da quello della moglie del fratello Theo, la cognata Johanna Van Gogh-Borger.

Arles, 1888
Perché non cerco di rendere esattamente ciò che
ho davanti agli occhi, ma mi servo del colore
in modo arbitrario per esprimermi con
maggior forza.
Comunque lasciamo stare la teoria, voglio darti
un esempio di ciò che intendo dire.
Vorrei fare il ritratto di un amico artista che
sogna grandi sogni, che lavora come l'usignolo
canta, perché questa è la sua natura. È biondo;
e io vorrei mettere nel quadro la stima e
l'amore che ho per lui.
Lo ritrarrei dunque, così com'è, il più
fedelmente possibile, per cominciare. Ma il
quadro non sarebbe terminato così. Per finirlo
farò il colorista arbitrario.
Esagererò il biondo dei capelli, arrivando ai toni
arancione, ai gialli cromo, al limone pallido.
Dietro la testa, invece di dipingere il muro
banale del misero appartamento, dipingerò
l'infinito, farò uno sfondo semplice del blu più
ricco, più intenso che riuscirò a ottenere; da
questa semplice combinazione, la testa bionda
illuminata su questo sfondo blu sontuoso rende
un effetto misterioso come di stella
nell'azzurro profondo. 
Vincent Van Gogh


"La vedova Van Gogh" - Camilo Sánchez - ed. Marcos y Marcos (2016)
"La vedova Van Gogh" di Camilo Sánchez racconta Van Gogh ed il suo legame stretto, strettissimo con il fratello Theo, come se il cordone ombelicale che li ha uniti non si fosse mai definitivamente reciso.
Il 29 luglio 1890 Vincent Van Gogh muore, dopo due giorni di lenta ed oscura agonia, essendosi sparato al petto un colpo di rivoltella. Artista all'epoca incompreso ed inascoltato, le sue opere occupano interamente la casa del fratello e della moglie ma di compratori neanche l'ombra: opere troppo dure e troppo "fuori dagli schemi", con colori troppo forti e spinti per essere apprezzati dalla grande maggioranza del pubblico dell'epoca.
Dalla morte del fratello, Theo cade in un baratro di sofferenza assimilabile all'odierna depressione, dimenticandosi di avere una moglie ed un figlio piccolo di cui prendersi cura.
Johanna scrive, nel diario che ha sempre con sé per poter sfogare in qualche modo la sua ira  nei confronti del marito e la sua frustrazione per questa difficile situazione:

"Theo è posseduto da una sola idea: il suicidio del fratello. Tutto il resto è uscito dal quadro. Nostro figlio, io stessa, siamo tagliati fuori. Sembra proteso unicamente verso qualcosa di impossibile: suo fratello vivo."

Il figlio, suo figlio, ha lo stesso nome dello zio tanto sfortunato ed incompreso: Vincent; e la madre, dal canto suo, si augura che almeno questa volta esso possa portare un po' di buona sorte. Infatti, c'era stato, prima, un altro fratello di Vincent e Theo, anche lui di nome Vincent, che era morto alla nascita o dopo poche ore di vita; esattamente un anno dopo è nato il grande pittore Van Gogh.

A sei mesi esatti dal suicidio di Vincent, il 25 gennaio 1891, muore di crepacuore il fratello Theo, lasciando una giovane vedova ed un piccolo Vincent.
Johanna, dopo un primo momento di sconforto necessario a toccare il fondo e rialzarsi, decide di trasferirsi nella piccola località olandese di Bussum, dove aprirà una locanda arredata con i quadri di Van Gogh arrivati da Parigi, e deciderà di divulgare il nome del pittore, per rendergli finalmente l'onore che merita.
Se durante il giorno i suoi ruoli sono quelli di accogliere gli ospiti che si presentano alla locanda e crescere in modo sano e genuino il piccolo Vincent, di notte apre il baule del suo defunto marito all'interno del quale sono contenute, stipate, le lettere che si scambiavano i due fratelli.

Le descrizioni paiono vive...

"Nella distanza infinita di un crepuscolo, un
sentiero di terra nera circondato da brughiera
selvaggia, e un cielo così lilla che non tollera
alcuna analisi:"

Grazie a questi scritti ed al passaparola che porta alla piccola locanda di Bussum ospiti di passaggio e villeggianti, iniziano a presentarsi anche i primi critici interessati a conoscere l'opera di Vincent Van Gogh.
E finalmente, sia per Johanna che per Vincent Van Gogh, sembra giunto il momento del riscatto.

Questa è una storia vera, cruda in alcuni punti ed intrisa di realismo, ed è grazie alla figura femminile di Johanna che oggi il nome e le opere di Vincent Van Gogh sono così tanto conosciute, apprezzate ed ancora criticate da alcuni.

Lo stile e la formattazione delle pagine del romanzo variano, movimentandone la lettura: si passa dalla narrazione in terza persona per raccontare i fatti che accadono ai personaggi, ad una narrazione in prima persona (in corsivo) che riporta parti del diario di Johanna. Infine, i frammenti di lettere e degli scritti di Van Gogh che vengono riportati nel testo sono scritti in corsivo ed allineati a destra della pagina. Eccone un esempio:


Insomma, la personalità di questo autore e dei personaggi che permeano la storia la si intuisce alla sola vista di questa pagina.

La forza espressiva non è solo nelle opere d'arte di Vincent Van Gogh ma anche nelle parole che sceglie, e nella loro disposizione spaziale:

"Solo
dipingere
mi ha fatto
vedere
tutta la luce
ancora presente
nel buio."

Con la speranza di aver suscitato in voi un pizzico di curiosità su questo conosciutissimo (ma poi, realmente, fino a che punto conosciamo la sua storia?) pittore,
Valentina

PS: Suggerimento per il prossimo titolo: parliamo sempre di arte, e di danza, e ci rivolgiamo ai grandi ed ai "grandi di domani"... (dai, è facilerrimo stavolta!)

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