Pane al limone con semi di papavero - Cristina Campos

Pane al Limone con semi di papavero - Cristina Campos

Tendenzialmente non amo i romanzi che abbiano per titolo ricette o alimenti poichè negli ultimi anni ho notato una iperproduzione di questa tipologia dunque ho il timore di incontrare solo un prodotto commerciale e non una storia da gustare.
In questo caso mi sono fatta convincere trovandolo nella fornitissima libreria di mamma e potendolo inserire all'interno della Book Challenge IRead: la sfida consiste nel leggere 40 libri in un anno associandone ognuno ad una categoria prestabilita. Questo, per l'appunto, l'ho associato alla categoria "Libro con un alimento nel titolo".

Ma passando al romanzo vero e proprio, "Pane al limone con semi di papavero" è la storia di due sorelle, Anna e Marina, e di un luogo, l'isola di Mallorca, che ha ancora tanto da raccontare e da celare.
Anna e Marina sono due sorelle e non potrebbero essere più diverse: Anna è mamma di Anita e moglie di Armando, è la maggiore tra le due sorelle, non ha mai lasciato la terra maiorchina ed ha esaudito il sogno di sua madre di vederla accasata. Vive in una bella casa, ha una cerchia di amiche (che perlopiù sono le mogli degli amici del marito), non ha avuto bisogno di lavorare e trascorre le giornate curando la casa e cercando di salvare il salvabile dal suo matrimonio in declino.
Marina è la sorella minore, il "maschiaccio" della famiglia che appena ha potuto ha lasciato la terra natia ed è diventata una cooperante internazionale per Medici senza Frontiere, come avrebbe voluto suo padre. Vive dove le sue missioni la portano, ha una relazione con Mathias e non chiede niente di meglio o di più rispetto a ciò che questa condizione le dona.

"Non faccio altro che pensarci" ribatté Marina a intrecciando le mani a quelle di lui. "Perchè a noi? Perchè ad Anna e me? 
Non si regalano una casa ed un'attività a due sconosciute."

Improvvisamente un'inaspettata eredità da una donna a loro apparentemente sconosciuta scardina le certezze acquisite e le rimette totalmente in gioco: un panificio che sa di buono e di vita vissuta con sacrificio e con soddisfazione. Questo elemento, il pane, le porta a riavvicinarsi, in un primo momento forzatamente poichè Armando prende il controllo della situazione e vorrebbe vendere quell'attività dalla quale può ricavare abbastanza denaro per risanare i suoi debiti mentre Anna non ha la forza di opporsi; dall'altra Marina è risoluta a non prendere decisioni frettolose in tal senso. 
In un secondo momento però, le due sorelle riscoprono i ricordi della loro famiglia e gli anni dell'infanzia vissuti su quell'isola che tante emozioni di nostalgia e talvolta rammarico porta ancora con sè.

Poi però, rivelazioni scomode ma allo stesso tempo liberatorie, tempo tiranno che prosciuga le energia e porta via troppo presto ciò che sta rifiorendo proprio dopo aver ripreso in mano la propria vita sconvolgono ancora una volta gli equilibri creatisi e disegnano una realtà talmente forte sebbene cruda da lasciare, in alcuni punti, senza fiato.

In questo romanzo c'è tutto quello che è presente nella vita di ognuno di noi: attimi di gioia da lasciare senza fiato, brutte notizie che spezzano il fiato, amori che finalmente hanno il coraggio di vivere, delusioni brucianti e scottanti e riscatti che illuminano lo sguardo.
La scrittura di Cristina Campos è minuziosa e fortemente realistica, ogni capitolo inizia con una ricetta di un piatto maiorchino ed un aneddoto della vita di Marina ed Anna che permette al lettore di entrare con tutte le scarpe nel racconto.

Personalmente ammetto che in alcuni punti del libro, soprattutto nella parte finale, la commozione ha avuto il sopravvento, ma quando si scrive di vita con sincerità e trasparenza, senza edulcorare pillole che nella "vita vera" poi così dolci non sono, si può solo renderle omaggio ed emozionarsi.

"Nei negozi di Palma vendono delle impastatrici che in cinque minuti fanno tutto. Si fa molto più in fretta, ma non è la stessa cosa. Non ha il sapore che deve avere... poc a poc tot surt molt més bé. Se fatte piano piano, le cose riescono meglio".

In una quotidianità che ci vede sempre veloci e frettolosi, sempre distratti e mai veramente presenti, almeno nel gesto della lettura riprendiamoci la lentezza.

E allora buona lenta e riflessiva lettura!
Valentina

PS: Come al solito, ecco l'indizio per la prossima recensione: come può accadere che durante un tranquillo pomeriggio in casa, all'ora del tè, questo venga rivoluzionato da un animale feroce?

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